04/09/13

STRAY DOGS (di Tsai Ming Liang)



Tsai Ming Liang sorprende tutti con un film tesissimo, dalla sceneggiatura sfavillante e dal montaggio adrenalinico con tanto di finale al cardiopalmo... 
Ovviamente sto scherzando! Il maestro del cinema taiwanese, che ha annunciato il suo ritiro dalle scene, sfodera un'opera ermetica e rigorosissima, che costituisce il suo personale omaggio alla settima arte, di cui annuncia in qualche modo la morte (arrivando ad estremismi visivi degni di Debord) ed, al contempo, elevandola ad ultimo baluardo di speranza. 
La visione è, al contempo, un atto di sofferenza e meraviglia, costruita attraverso immagini dalla bellezza superba e da tempi di messa in scena che violentano lo spettatore, annichilendolo completamente e costringendolo ad una presa di coscienza rispetto ad ogni inquadratura.
Nella prima ora e mezzo, la macchina da presa praticamente non si muove, fissando per interminabili minuti scene di straordinaria ordinarietà. 
Non c'è modo di distrarsi, di distogliere lo sguardo, di avere una visione semplicemente superficiale dell'opera. Si può, legittimamente, alzare bandiera bianca e abbandonare la sala. 
I superstiti rimarranno con l'impressione di essere sopravvissuti ad un'esperienza durissima e terribile, ma che, nel ricordo, potrà forse diventare formativa e sublime. 

Un atto d'amore per il cinema (i 18 minuti finali sui due protagonisti immobili che fissano un tromp l'oeil, evidente rimando allo schermo cinematografico) ed, al allo stesso tempo, un atto di morte e sofferenza. 
Il regista dei silenzi, delle interminabili immobilità, dell'estremismo visionario canta ancora una volta i mali del vivere. Questa volta, la narrazione arranca; le cose che dice risultano scontate ed arcinote; le immagini, spesso, mal si conciliano con il racconto. Ma chissenefrega! 
È altro che interessa al regista ed è altro che ci vuole dire! 
Certo, milioni di spettatori si romperanno le palle a morte, grideranno alla presa per il culo e litigheranno furiosamente con i segaioli che, oh tapini, difenderanno il film ad ogni costo. Sono d'accordo, non è il suo miglior film, ci sono diversi difetti ed è roba buona solo per chi ama le pippe mentali. 
Ma ce ne fosse, di questa roba qui! 


Ce ne fossero di registi che si prendono la responsabilità di vomitarti in faccia la loro poetica senza sconti e senza filtri. Ve lo meritate "Spring breakers". Adieu, vado a farmi una sega!

VOTO: 6 1/2


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