16/07/13

PACIFIC RIM (di Guillermo Del Toro)



Prima o poi doveva succedere… Prima o poi i robottoni dovevano arrivare sul grande schermo in tutta la loro metallica imponenza!
Per chiunque, come il sottoscritto, abbia avuto l’infanzia irrimediabilmente segnata dall’avvento delle creature di Go Nagai e Yoshiyuki Tomino, la notizia dell’arrivo di un filmazzo coi robottoni giganti ha suscitato un giubilo paragonabile solo alla scoperta del teletrasporto o all’avvento degli occhiali a raggi X (quelli veri, però). 
Sapere, poi, che a dirigere il tutto c’era uno come Guillermo Del Toro, ha reso l’aspettativa qualcosa di molto simile alla pura fibrillazione estatica. Roba da culto per iniziati, tanto per intenderci!

Già, perché Del Toro non è il solito registucolo tutto esplosioni e testosterone intriso di bieco patriottismo a stelle e strisce che solitamente viene associato a questo genere di produzioni, ma un vero regista… addirittura un GRANDE regista, autore di alcuni film assolutamente splendidi e sorprendenti (“Il labirinto del fauno” su tutti), nonché appassionato incursore nel genere, dentro cui si è sempre mosso con estrema brillantezza (“Hellboy”, "Hellboy 2: The golden army" e l'unico “Blade” decente).

Ci troviamo, quindi, al cospetto di uno dei più interessanti registi della sua generazione, alle prese con un film di  robottoni alti come grattacieli, che prendono a sportellate creature aliene cativissime provenienti dalle profondità degli oceani… Ammetto che riuscire a rimanere lucidi ed obiettivi è sforzo quanto mai indicibile.
Chi prova a gestire questo blog, sforzandosi di fornire sempre valutazioni oneste e sincere (se pur, ovviamente, discutibili), rischia di venire seriamente preso a mazzate dal bambino che è in sé al grido di ommioddio-i-robottoni-giganti!!!

Come gli intrepidi piloti dei jaeger, anch’io proverò a connettere le mie due anime allo scopo di raccontarvi pregi e difetti del film da sempre atteso, sognato e profetizzato da ogni nerd, da ogni quarantenne che è stato bambino e da ogni bambino-figlio-di-genitori-quarantenni che gli hanno fatto una testa così raccontandogli di una stagione mitica in cui il palinsesto televisivo era un luogo meraviglioso pieno di robot giganti con il cuore d’oro ed i magli rotanti, che lottavano per il nostro bene a colpi di alabarde spaziali e raggi gamma. 


Una delle ragioni per cui il mondo sta andando letteralmente a puttane, è che gli attuali ventenni non hanno più ideali; come potrebbero averne, del resto, essendo miseramente cresciuti con cartoni animati in cui gli “eroi” non sono intrepidi piloti di robot, ma insignificanti giovinastri pettinati come dei deficienti intenti a combattere in megatornei del cazzo nei quali, alla fine, tutti i cattivi non solo non vengono ammazzati male, ma vengono persino reclutati nell’esercito dei buoni, alla peggiore insegna del volemosebbene più bieco e insulso? Ed allora, cari vent’enni, io vi dico che Naoto Date (in arte Tigerman) avrebbe preso il vostro misero Goku e gli avrebbe ficcato due belle dita nell’occhio, gli avrebbe fatto sciampo e messa in piega e gli avrebbe spaccato due sedie sul groppone; poi, avrebbe chiesto il cambio al grande Kenshiro il quale si sarebbe limitato a invocare la sacra scuola di Hokuto, lanciare una serie di gridolini e toccargli un paio di tsubo a caso, facendolo implodere dal di dentro come un povero stronzo farcito di raudi.
Siamo quelli cresciuti a  pane e Goldrake, girella e Mazinga, gommose Haribo e Gundam… Abbiamo vissuto mille mila avventure al fianco di Jeeg, di Daltanius, di Gordian, di Daitarn 3, di Gaiiking e di Jetter Robot; siamo quelli che sognavano di essere i migliori amici dei Tetsuya, degli Actarus, dei Koji Kabuto, degli Hiroshi, degli Haran Banjo e dei Peter Rei; sappiamo, con la certezza dei giusti, che il Grande Mazinga avrebbe fatto il culo a strisce a qualunque avversario di qualunque universo in qualunque momento. Altro che carte magiche e sfere del drago… noi combattevamo i meganoidi, il dott. Inferno, le Forze di Vega, l’Impero Yamatai ed i Madokter. I nostri eroi soffrivano, si sacrificavano e, talvolta, morivano per difendere la terra e noi tutti. Chi non ha vissuto tutto ciò, purtroppo per lui, forse non potrà mai capire cosa voleva dire avere sei anni e guardare Goldrake in tv… Così come non potrà mai capire perchè, per un quarantenne di oggi, un film come "Pacific rim" rappresenti la concretizzazione di ogni più languido e proibito desiderio.

Erano anni che sognavo di fare una sparata del genere ed ora, grazie a Guillermo, ho avuto la mia occasione di farlo.


Ora, tornando alla pellicola, suggerisco di guardare il film liberandosi da ogni preconcetto, giudizio critico, aspettativa ed ansia da prestazione.
Godetevelo e basta, almeno la prima volta, e sospendete ogni giudizio perché sì, cazzo, questo è IL film con i robottoni che salvano il mondo da mostri giganti alieni e spaventosi.

Cio debitamente premesso, pur comunque grati a Guillermo per il regalo fattoci, cerchiamo di capire se “Pacific Rim” abbia un senso anche al di la dell’operazione in sé (che rimane comunque ammirevole e meravigliosa).

PACIFIC RIM: PERCHÉ SÌ:
  • perché ci sono i robottoni; e non sono semplici robottoni: sono creature credibili e bellissime, curate in ogni minimo dettaglio… sono massicci, pesanti e diversi tra loro per caratteristiche ed aspetto; 
  • perchè i robottoni sembrano davvero enormi e Del Toro è talmente un figo che infila sempre qualcosa nell'inquadratura capace di rendere il senso delle immani proporzioni. 

  • perchè il pugno-razzo è da sturbo, ma quando appare la spada… no, dico, LA SPADA!!! Cazzo, correte a guardarlo e, se lo avete già fatto, correte a rivederlo!
  • perchè la cura dei dettagli è da masturbazione collettiva: tutto è incredibilmente realistico (e stiamo parlando di robottoni giganti guidati da coppie di piloti connessi cerebralmente attraverso un marchingegno complicatissimo che però si può spegnere semplicemente staccando la spina)… solo la chicca di mostrare le tute dei piloti consumate dall’usura ed i corpi metallici dei robot con graffi e sverniciature,  segni delle numerose battaglie, è qualcosa di commovente! Giuro, non ho pianto solo perché ero in pubblico;
  • perchè il cast, tutto sommato, non è male: è vero, ognuno recita (?) al minimo sindacale, ma la colpa è anche dei personaggi che sembrano tutti tagliati un po’ con l’accetta (ma, in un film di robottoni, ci può pure stare che si lavori sugli stereotipi e che l’introspezione passi un po’ in secondo piano)… venendo al giudizio sui singoli: Charlie “mani rigorosamente sempre sul pacco” Hunnam sembra sempre sul punto di infilare il giubbotto di pelle coi colori dei Samcro ed inforcare una Harley pimpata a manetta per andare a fare una bella rissa coi Mayans… ma ha certamente il fisic du role, la faccia giusta e, all’occorrenza, riesce pure a tirare fuori gli occhioni teneri da cerbiatto che fanno sciogliere le femmine e innamorare le sbarbe; quindi, grande Jax Teller, batti il cinque!!! Ehm, volevo dire Charlie Hunnam; Max Martini, da che ho memoria di lui sullo schermo, fa sempre lo stesso ruolo e lo stesso personaggio del duro tormentato e scontroso, anche se ha la faccia giusta per farlo e, quindi, lo promuoviamo; Ron Perlman ha una parte assolutamente inutile ed un personaggio abbastanza deficiente… ma Ron Perlman, signori, può fare qualunque cosa e se gli dai un grembiulino e un ombrello ti può regalare gioie anche nel ruolo di Mary Poppins… Ron Perlamn non si giudica, si adora!; Idris Elba è rigido come un palo ed ha sempre la stessa espressione stampata sulla faccia per tutto il film… ma dopo essere stato Luther nell’omonima serie e, soprattutto, Russell "Stringer" Bell in quel capolavoro assoluto, ed ahimè irraggiungibile, che fu “The Wire”, può recitare quel cazzo che vuole come cazzo gli pare perché ormai è già a posto con il curriculum per almeno due carriere… la giapponese se la cava a fare la giapponese e gli altri chisseneincula perché tanto ci sono i robottoni che sono molto più bravi e più espressivi; ah, la bimba giapponese, invece, è spaziale (nel senso che è eccezionale) e secondo me l’hanno picchiata e massacrata per giorni per riuscire a farla zigare in quel modo rovinandole per sempre l’infanzia…





  • perché il film è sufficientemente citazionista da farci venire una lacrima agli occhi una inquadratura sì ed una no (quelle sì, naturalmente, sono tutte quelle coi robottoni); il problema, come vedremo in seguito, è che è forse troppo derivativo e poco originale;
  • perché la scena di Gipsy Danger che esce dalle acque e crolla sulle ginocchia sopraffatto dalla battaglia è qualcosa che ha il sapore della miglior epica;
  • perché, ad un certo punto, il nostro robottone prende a SPRANGATE il mostro cattivo usando una PETROLIERA. Dio grazie di avermi fatto assistere a tanta meraviglia!;
  • perché i primi venti minuti (in cui viene risolta l’intera faccenda della trama) sono da antologia del cinema e qualunque altro regista avrebbe impiegato almeno una trilogia di film per spiegare la metà della roba e, probabilmente, peggio; Assolutamente geniale!; 
  • perché, tecnicamente e visivamente, è un piacere per gli occhi; il problema della verosimiglianza e della credibilità, in certi magici momenti, non conta più nulla. Semplicemente non te ne frega un cazzo se ha senso quello che vedi: è talmente bello che non può interessarti di meno del perché e del percome succeda quello che succede; semplicemente guardi e godi come un riccio;
  • perché i robottoni sono uno più bello dell’altro;
  • perché i Kaiju sono veramente fatti da dio;
  • perché Del Toro, quando si ricorda di essere anche un regista, gira come nessun altro al mondo (ribadisco: riguardate i primi venti minuti di prologo e imparate come si gira e si imposta un film d’azione); 
  • perché le scarpe di Ron Perlman valgono, da sole, il prezzo del biglietto;


































     
     
     
     
     
     
     
     
     











 PACIFIC RIM: PERCHÉ NO:
  • perché il film è pieno di difetti: la sceneggiatura è piatta come la Mongolia, i personaggi sono di grana talmente grossa che non passano dalla porta; alcune spiegazioni tecniche sono talmente del menga, che fai finta di non aver capito bene, arrossisci un poco e passi oltre (il robot analogico... ma per piacere!!!); 
  • perché la parte centrale del film (quella senza i robottoni e con i personaggi che delineano la loro complessità drammaturgica) è veramente penosa e, conseguentemente, inutile; 
  • perché è un vero delitto giocarsi i cinesi e, soprattutto, I RUSSI in quattro e quattr’otto, pergiunta dopo averli presentati come delle gran cartole sempre vittoriosi da un botto di anni e poi fatti fuori in un amen come dei pirla qualunque da due Kaiju di classe 4;
  • perchè, cazzo, il robot russo con la testa da palombaro in stile steampunk era veramente uno spettacolo e uno dei suoi piloti sembrava Zangief di Street Fighter, solo che biondo platino… ci si poteva costruire sopra un film intero solo su di lui e, invece, rimane solo una delusa speranza;
 



  • perchè i personaggi sono un po’ troppo macchiette anche per un film di robottoni (forse, da uno come Del Toro mi sarei aspettato di più…); 
  • perché “Pacific rim” è pura fantascienza fracassona e spettacolare priva di qualsivoglia traccia del minimo sottotesto politico, esistenziale e/o antropologico: roba che fa sembrare “Indipendence day” un film d’essai. Certo, siamo tutti venuti a vedere i robottoni che sfasciano petroliere sulla schiena dei mostri, ma i giapponesi che li hanno inventati sono decenni che hanno capito che aggiungere complessità alla trama e profondità ai personaggi (e non dico che devi per forza fare "Evangelion") non rovina affatto il risultato finale, né il piacere delle battaglie di robottoni. Anzi. Proprio, in questo, forse, risiede il limite maggiore del film ed il più grave fallimento dell’operazione (comunque encomiabile) di Del Toro, il quale ci aveva viceversa sempre abituati a sfumature assai più interessanti e personaggi meno stereotipati. Delle due, avrei preferito la totale assenza della componente “umana” della storia concentrando ogni sforzo verso quella “robotica/battagliera”. Invece, tutta la parte centrale del film gioca ed insiste a lungo (troppo) sui rapporti tra i vari personaggi (Charlie/Rinko; Rinko/Pentecost; Charlie/Yancy; Yancy/Herc; Gottieb/Dr. Newton…) risultando alquanto piatta e banale; 
  • perchè alcune scelte di sceneggiatura paiono prive di qualsivoglia buonsenso, mentre altre rimangono assolutamente non spiegate: ad es. in base a quale logica demente i potenti della terra assumono che è più sicuro costruire un MURO di contenimento intorno al mondo abitato piuttosto che potenziare i robot che da un decennio stanno salvando il culo a tutti e facendo il mazzo agli alieni? Un muro di contenimento contro mostri giganti incazzati come delle belve che spruzzano liquami acidi e corrosivi? Possibile che nessuno strapagato sceneggiatore sia riuscito ad inventarsi qualcosa di meglio per giustificare il fatto che, ad un certo punto, le sorti del mondo DOVEVANO trovarsi nelle mani della nostra brava coppia di eroi, ultimi baluardi contro l’avanzata del male??? No, dico, sul serio…? Bastava una cazzata qualunque (fine delle scorte di carburante, tempistiche di riparazione troppo lunghe visto l'intensificarsi degli attacchi, il traffico di ferragosto sulla Salerno-Reggio Calabria, il maremoto, le cavallette...), ma la muraglia-gigante-anti-mostri è proprio il minimo storico di sempre!!! 
  • perchè, come ho più volte sostenuto in questo blog, amo la fantascienza intelligente: quella delle grandi domande senza risposta, degli eterni interrogativi esistenziali, degli inquietanti dubbi morali; non mi sono mai appassionato troppo per la narrazione al servizio esclusivo della spettacolarità. Per carità, non pretendo Tarkovsky, ma il cinema di genere può anche essere profondo ed i film d'azione non sono necessariamente per decerebrati... Sono il primo a sostenere che chi va a vedere un blockbuster coi robottoni giganti non deve poi lamentarsi all'uscita dal cinema se lo spettacolo appena visto non era intellettualmente appagante come un'opera di Bergman... ma esistono tonnellate di anime intelligenti sul tema che potevano ispirare una roba appena meno piatta di questa... Caro Guillermo, grazie ancora di cuore, ma se mai ci sarà un capitolo due, ti sarei veramente grato se invece di farmi un film in cui i personaggi con il carisma dei piloti di Yattaman (ossia pari a zero) combattono contro i mostri di Jetter (i meno interessanti di sempre), me ne facessi uno in cui l'esercito dei Gundam, pilotati da cartole tormenate come Actarus, si trovasse a dover fronteggiare i meganoidi, magari con l'appoggio di Kyashan... se proprio devi, almeno copia il meglio!!!
  • perchè il film è poco originale e veramente troppo derivativo. L'insieme è strabiliante, ma tutto suona un po' di già visto;
  • perchè tutti gli attori sono più cartole dei loro personaggi... e questo è sempre un male! 




GIUDIZIO SINTETICO: Ci sono i robottoni, i mostri giganti e un pacco di mazzate. Tutto esteticamente bellissimo! Se portate al cinema il bambino di sei anni che è in voi, preparatevi al capolavoro di sempre... se però quel bambino ha già superato i dieci anni, rischiate di sentirvi sollevare obiezioni a volte imbarazzanti. Bicchiere mezzo pieno, di roba comunque buonissima.

VOTO: 7+


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5 commenti:

  1. la mia sintesi rimane invariata dall'uscita del film, ottima orgia di robottoni, mix tra "getter robot the last day" (che ti esorto a guardare) e "Neon Genesis Evangelion" (che a me personalmente non piace... va bene andare oltre al canovaccio classico anni '70, ma i piloti emo che si spippettano ogni tre per due, anche no). le macchiette sono tipiche del genere, fin dall'inizio (gli scienziati di Mazinga Z) ci stanno... bastava togliere mezz'ora di fuffa recitata, e aggiungere un paio di busserie con i russi e i cinesi vittoriosi, ed era perfetto. sono anche giunto ad una conclusione: un racconto di robottoni deve per forza essere una saga, non è una cosa che puoi raccontare, senza contesto, in sole 2 ore. se non l'ha mai fatto nessuno, neanche in Giappone, ci sarà un motivo...

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  2. Beh, "Evagelion" non si tocca e non si discute (un po' come Ron Perlman)... Quanto al fatto che non esistono film singoli sui robottoni, ma solo serie lunghe, è una questione sulla quale non avevo mai riflettuto a fondo, ma che mi convince solo fino ad un certo punto. Infatti, SE si riesce a fare un film da un fumetto lungo eterno come "Akira" (che, pur con tutti i suoi limiti narrativi, rimane comunque un capolavoro senza tempo) e SE si riesce a costruire un film come "Kyashan - La rinascita" (che si perde per strada mille volte, ma che è comunque in grado di restituire un po' della complessità dell'anime originale), allora SI DEVE poter fare un film coi robottoni che abbia per referenti quantomeno degli adolescenti e non solo degli infanti...
    Ciò detto, il giudizio rimane positivo (e ci mancherebbe), ma il bicchiere mezzo pieno lascia in bocca un sapore amarognolo di occasione sprecata!
    P.S.
    Prestami il cofanetto di "Getter Robot the last days".

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  3. L'ho visto.
    Mi apsettavo di più.
    Nel senso che se l'operazione è encomiabile e l'elenco dei sì stilato dal magico redattore è più che condivisibile (soprattutto in relazione alla scena della petroliera che è oggettivamente tanta roba), l'elenco dei no è talmente schiacciante rispetto al primo che il film alla fine abbassa il suo livello.
    Charlie Hunnan si innamora di una giapponese in 4 scene ed è pronto a sacrificarsi per lei come se la conoscesse da 15 anni.
    Idris Elba ha bevuto un litro di botulino prima di iniziare le riprese e non riesce, non ce la fa, a staccare il marmo dal viso.
    Gli altri personaggi sono ridicoli al punto che Top Gun in confronto è una piece brechtiana (i cinesi poi... non sono cinesi..)
    Insomma di tutta la recensione condivido in pieno l'aspetto estetico (incredibile), ma metto maggiormente l'accento sulla mancanza totale e assoluta di conretezza nella sceneggiatura, che sembra scritta direttamente dai robottoni.
    Ce ne fossero di folm così, per carità.
    Però per un film così, tanti altri, magari un filo più furbi, scompaiono nel lavandino.
    Alla fine, comunque gli ho dato 7 perchè va bene farsi delle menate, ma alla fine due pacche tra robot valgono sempre la pena!

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  4. finalmente una recensione giusta ed onesta. tra gente che grida al "capolavoro" ed altri che lo bollano come "il solito giocattolone estivo" nessuno si ricorda che la verità sta spesso nel mezzo delle valutazioni estreme. anche per me 7 è il voto giusto, non troppo, non troppo poco. da Del Toro ci si poteva aspettare di più, ma la goduria è assicurata! e poi è uno dei pochissimi film del genere in cuio si vede la popolazione che si ripara PRIMA degli attacchi e gli uffici che sono vuoti!....quindi potenzialmente a Hong Kong non muore nessuno!... e poi, pur essendo in un contesto giocoso, Del Toro non rinuncia a far vedere la meschinità umana: il mercato nero si arricchisce con le disgrazie altrui, senza un minimo di pentimento...anzi arriva prima dei soccorsi!!! non è proprio una cazzata questa considerazione.

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  5. Io l'ho adorato. Il bambino che è in me ha goduto, l'adulto che è in me, pure! E tutti quelli che erano in sala hanno goduto con noi. Non ce ne fotte niente della sceneggiatura traballante, il film è F A N T A S T I C O ! P.s. E il ruolo di Ron Perlman vale da solo mezzo biglietto.

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