06/09/13

UNFORGIVEN (di Lee Sang-il



A poco più di vent'anni da "Gli spietati" Sang-il presenta questa cover in salsa di soia estremamente potente e godibile. 
Il film di Eastwood viene riproposto con una nuova connotazione storica e geografica; scordatevi pistoleri e cittadine del far west; qui siamo nell'Hokkaido di fine ottocento, epoca in cui lo shogunato cedette il posto all'impero. Roba di samurai in declino, braccati e falcidiati dall'esercito dei vincitori. 
Il film ricalca fedelmente la trama dell'originale, di cui si permette di cambiare (a parte la connotazione storica) soltanto il finale. 
Quello che sorprende, è la padronanza tecnica, l'epicità delle scene e la solidità della recitazione. 
Tutto il cast è a livelli di assoluta eccellenza. 
Il regista cinese si muove con estrema confidenza, coordinando alla perfezione la trama western con la retorica tipica del wuxia. 
Non ci sono guerrieri che volano, ma la sequenza finale (nel suo essere meravigliosamente inverosimile) è chiaramente il portato di certa tradizione cinematografica orientale. Come detto, ce n'è per tutti i gusti: cinema western, Kurosawa, Toshiro Mifune, wuxiapian... L'operazione, tuttavia, non è postmodernista, nel senso che non gioca, come fa Tarantino, a pescare tra i generi per reinventare un nuovo linguaggio, ma il regista giapponese si prende comunque la soddisfazione di mostrare al genio di Knoxville come si gira una scena con l'eroe che si allontana dal teatro della battaglia, tra fiamme e ferite. 
Altro che "Django". Strepitoso.

VOTO: 7+

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