
Tutto ruota intorno alle indagini originate
dalla sparizione di una ragazzina di dodici anni, incinta, e alle reazioni dei
pericolosi e bizzarri abitanti del luogo.
All’inizio si è speso molto il nome di “Twin Peaks” e si è giocato all’accostamento con il capolavoro di David Linch. In realtà, a parte l’intento
dichiarato di svelare cosa si nasconda dietro quello che sembra essere un vero e
proprio paradiso in terra (nel caso di "Twin Peaks", la mitizzata campagna rurale
americana; in questo caso, la verde terra di mezzo, patria di elfi e hobbit),
manca del tutto l’aspetto fantastico, onirico e mistery che caratterizzava
invece l’opera di Lynch.
La serie, tuttavia, è veramente ben scritta,
girata da dio e fotografata anche meglio. Gli strepitosi paesaggi
neozelandesi fanno da contraltare alla natura selvaggia e crudele degli
abitanti che popolano il villaggio di Laketop e le coste del gigantesco e
scenografico lago Tui, la cui inquietante presenza lo rende quasi un vero e
proprio protagonista della serie. Tipo “Les Revenant”, per intenderci…
Loschi affari, mitologie ataviche, crimini
violenti, boschi sconfinati, bizzarri frikkettoni, laghi misteriosi, pazzi
criminali, rabbia repressa, sessualità deviata e bellissime terre selvagge,
sono gli ingredienti di una detection che muove dalla semplice sparizione di
una bambina e arriverà a svelare i tremendi retroscena di una comunità piena di
segreti, fantasmi e scheletri nell’armadio: violenza domestica, misantropia,
inefficienza e corruzione delle forze dell’ordine, malavita organizzata e
perdita definitiva di ogni innocenza completano degnamente il quadro.
Topof the lake è una serie che si nutre costantemente di conflitti: l’uomo contro la donna; la natura contro la civiltà; l’ordine avverso il caos; la ragione contro il misticismo.
L’amore deve sopravvivere alla sopraffazione; la vita se la gioca con la morte; la passione convive con la devianza. La famiglia e la comunità son costantemente in conflitto con l’individualismo dei sentimenti umani. L’Anima da un lato e la Carne dall’altra; Il simbolismo mistico si contrappone a tatuaggi di tacchini pitturati sul collo di redneck assai poco raccomandabili…
tanta roba, insomma…
Lo schema, sicuramente, è arciusato – vedi Twin Peaks, Broadchurch, Southcliffe e compagnia cantanti: in una piccola comunità, situata in un luogo paradisiaco, tutti sanno tutto di tutti e i segreti, per quanto nascosti, prima o poi tornano a galla. I demoni del passato incontrano gli orrori del presente. Ecco cosa vi attende con Top of the lake.
I tempi ed il linguaggio sono assolutamente
cinematografici: pochissima azione, colpi di scena misurati col contagocce,
pochi twist, nessun cliffhanger o altri escamotage di stampo prettamente
televisivo. La serie si prende il proprio tempo per raccontare e mettere in
scena l’orrore che ci circonda, lo squallore del male e la perfidia e la
crudeltà degli uomini. Ne esce una fiera degli orrori con personaggi veramente
tremendi e indimenticabili.
Forse, potrà sembrare un po’ lenta e non
manca neppure qualche piccolo difetto; ma la serie è veramente
portentosa e costituisce un vero e proprio pugno nello stomaco anche per gli
spettatori più smaliziati e maggiormente assuefatti alla violenza.
"Top of the lake" è stata mostrata per la prima volta
al Sundance Film Festival del 2013, dove sono stati proiettati tutti i sette
episodi che la compongono.
Critica e pubblico sono rimasi entusiasti.
Su Metacritic la serie si è aggiudicata un ottimo 88 (“universal acclaim”) e
addirittura il 93% su Rotten Tomatoes.
Il cast è solidissimo e, su tutti, svettano
Elisabeth Moss (che si è aggiudicata un Golden Globe come migliore attrice) e
un superbo e cattivissimo Peter Mullan (premiato con un Astra Awards) entrambi
candidati anche agli Emmy (la serie ha avuto otto candidature complessive agli
Emmy, aggiudicandosi però solo la categoria: miglior fotografia).
GIUDIZIO SINTETICO: Una serie da brivido, con un Peter Mullan in stato di assoluta grazia.
GIUDIZIO SINTETICO: Una serie da brivido, con un Peter Mullan in stato di assoluta grazia.
VOTO: 8
P.S.
Questa recensione ha costituito la base per la puntata "Nel dubbio, smarmella!" di "Serial K: Le serie tv in radio", una trasmissione webradio che tratta di serie televisive e che scrivo e conduco assieme a due carissimi amici: Tommy e Giulio. I podcast delle passate puntate li potete trovare tutti su Mixcloud; le puntate le potete sentire in diretta ogni 2 settimane, il giovedì, dalle 19:00 alle 21:00 su Radio Strike; tutte le info, le comunicazioni, i commenti e le foto le trovate su FB. Vi aspettiamo.
Me ne hanno parlato molto bene, direi che è giunto il momento di recuperarla.
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