Poco, pochissimo scandalo per questo film evento, che evento non è stato e, probabilmente, non sarà mai. Peccato, perché le potenzialità c'erano tutte. La Lohan, tutto sommato, non è neanche da buttare via e il porno-divo James Deen ce la mette tutta. Il problema è che manca la ciccia: soprattutto manca il Sesso, quello vero, quello sporco, quello brutale e selvaggio che si millantava da mesi.
Una mezza tetta e un nudo frontale di chi ha alle spalle qualcosa come 1400 film porno è veramente misera cosa per chiunque aspiri a scandalizzare i borghesi benpensanti (se mai ci fosse ancora bisogno, nel 2013, di dedicarsi a tale pratica).
Per il resto, la trama è scontata e poco interessante; il resto del cast recita al peggio che si sia mai visto in una produzione americana (per quanto indipendente).
La regia è poco incisiva e mal si accorda con la sceneggiatura.
Bret Easton Ellis è un autore geniale, costantemente sopra le righe, sempre al limite del grottesco, che si diverte a giocare con l'ambiguità generata dal contrasto tra il proprio linguaggio (apparentemente classico) e il materiale solitamente trattato (quasi sempre al limite del surreale).
Schrader, al contrario, dirige tutto con toni eccessivamente realistici, drammatici e con una fotografia troppo patinata, che cozza vistosamente col tono del film e con quello delle battute del suo sceneggiatore.
La riflessione sul cinema, evocata dai primi bellissimi tre minuti di girato, si smarrisce troppo in fretta dentro un filmino di stereotipi che si prendono troppo sul serio e di scandali che vengono - come sempre - solo annunciati.
Ma dio bono, hai Deen e la Lohan su un testo di Easton Ellis... ma che ci vuole ad aprire il gas a manetta e fare il primo porno d'autore della storia del cinema americano, invece del solito, mediocrissimo, thriller psicologico? Tante buone intenzioni (voglio fare l'ingenuo e dare a Schrader il beneficio del dubbio, ossia che non abbia voluto organizzare una bieca operazione commerciale alla "Spring breaker"), tante promesse, ma una sola certezza: il cinema americano non è per niente in buona salute!
Schrader, al contrario, dirige tutto con toni eccessivamente realistici, drammatici e con una fotografia troppo patinata, che cozza vistosamente col tono del film e con quello delle battute del suo sceneggiatore.
La riflessione sul cinema, evocata dai primi bellissimi tre minuti di girato, si smarrisce troppo in fretta dentro un filmino di stereotipi che si prendono troppo sul serio e di scandali che vengono - come sempre - solo annunciati.
Ma dio bono, hai Deen e la Lohan su un testo di Easton Ellis... ma che ci vuole ad aprire il gas a manetta e fare il primo porno d'autore della storia del cinema americano, invece del solito, mediocrissimo, thriller psicologico? Tante buone intenzioni (voglio fare l'ingenuo e dare a Schrader il beneficio del dubbio, ossia che non abbia voluto organizzare una bieca operazione commerciale alla "Spring breaker"), tante promesse, ma una sola certezza: il cinema americano non è per niente in buona salute!
VOTO: 4,5
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