“Cerco qualcuno che torni insieme a me indietro nel tempo. Non è uno scherzo. Verrete pagati al ritorno. Portate le vostre armi personali. L'incolumità non è assicurata”. Questo singolare annuncio, pubblicato sulle
pagine del Seattle Magazine, sarebbe con buone probabilità destinato al più
assoluto dimenticatoio se non fosse che Jeff, un giornalista in carenza di idee
e di stimoli, decide di farne la base per un articolo (scoprire chi l’ha
scritto e quali siano le sue intenzioni). In realtà, a Jeff preme soprattutto staccare
un po’ dal lavoro e, con l’occasione, andare a ritrovare una vecchia fiamma del
liceo che vive proprio dalle parti dove si trova la casella postale del
presunto viaggiatore nel tempo. Jeff (un ottimo Jake Johnson) si fa accompagnare da due giovani stagisti: Darius (l'eccezionale Aubrey Plaza), una ragazza solitaria sempre molto
triste ed Arnau (lo sconosciuto Karan Soni), il classico nerd di origini indo-pakistane timido ed imbranato come pochi.
Il piano è semplicissimo: appostarsi nei pressi della casella postale e, quando
l’autore dell’annuncio si presenterà a controllarne il contenuto, offrirsi volontari.
Cosa si nasconde dietro questo
misterioso annuncio? Sarà la simpatica trovata di un buontempone o la disperata
richiesta di un qualche strampalato mattoide…
Poche ore di appostamento
rivelano che Kenneth (il bravissimo Mark Duplass), l’autore dell’annuncio, non è affatto un simpatico burlone,
bensì incarna il prototipo del più tipico stramboide esaltato che, per giunta, non è nemmeno uno scienziato pazzo. Nella vita, infatti, sbarca il lunario come
commesso di un supermercato. Mi sa che la macchina del tempo è una bufala...
Jeff non riesce a farsi accettare
come volontario dal paranoico Kenneth (che vede ovunque spie nemiche ed emissari del governo pronti ad ostacolarlo). Ci riesce invece Darius, che viene immediatamente "iniziata" ad un serrato quanto
grottesco training fisico e psicologico.
Tanto meglio! A Jeff, in fondo, dell’articolo importa sempre
meno e l'arruolamento di Darius gli offre più tempo libero per dedicarsi al ritrovamento della vecchia fiamma.
A questo punto, tutto sembra prendere una pericolosissima piega sentimental-grottesco-demenziale,
ma aspetta aspetta… perché Kenneth sta rubando dei componenti laser super tecnologici da un misterioso laboratorio?
E poi, cavolo, ci sono veramente le spie del governo! Le spie del governo? Vuoi
vedere che quei misteriosi disegni nella stanza di Kenneth sono veramente il
progetto di una macchina capace di viaggiare nel tempo. E se fosse tutto vero?
Già, e voi dove andreste?
Attenzione ai naviganti: il film
è una vera chicca e si rivela molto più intelligente di quanto i presupposti iniziali
non facciano sospettare. La peculiarità di questo “Safety not guaranteed” è che il film è quanto di più lontano
esista dall’estetica e dal linguaggio del genere fantascientifico, pur rispettandone
appieno le ragioni ed i moventi di fondo.
Già, perché come ormai sapete, la
migliore fantascienza è sempre quella che ci aiuta a comprendere chi siamo,
cosa vogliamo, come potremmo essere diversamente o, al limite, cosa potremmo rischiare di
diventare.
Ecco, il miracolo di questo film
è proprio quello di riuscire a porre tutte queste domande in un contesto che col fantascientifico non c'entra proprio nulla; la bellezza
di “Safety not guaranteed” risiede nella sua incredibile ed inaspettata capacità di trasformare la realtà
quotidiana in fantascienza straordinaria (e non il contrario, come avviene di solito nell'ambito dei film di genere).
“Safety not guaranteed” ci racconta che il viaggio nel tempo esiste e
che per cimentarvisi non occorre necessariamente pimpare una DeLorean col flusso canalizzatore (anche se...).
Per iniziare a viaggiare è invece necessario
un movente; è necessario interrogarsi sul senso della vita, sulla direzione intrapresa, sulle occasioni smarrite e sugli errori che si vorrebbe non avere mai commesso.
Occorre vincere la paura del cambiamento.
Già, perché un cambiamento è sempre possibile, anche quando sembra
troppo tardi. O troppo presto.
È vero, forse i vent’anni non torneranno mai più, ma se non si può tornare indietro, non è detto che si debba continuare ad andare avanti. Non allo stesso modo, per lo meno.
È vero, forse i vent’anni non torneranno mai più, ma se non si può tornare indietro, non è detto che si debba continuare ad andare avanti. Non allo stesso modo, per lo meno.
Il film è un invito a riflettere e ad accettare il fatto che, talvolta, è possibile cambiare il passato e modificare il futuro, semplicemente rimanendo nel proprio presente.
La gita di tre ragazzi nella periferia americana, dunque, diventa il pretesto per un viaggio quantico dentro la fluidità del tempo che permetterà loro di fare i conti con le proprie vite: sarà l'occasione per superare un antico dolore (Darius), l'opportunità di prendere in mano il proprio presente (Jeff) e la chance di non continuare a vivere esclusivamente in vista di un futuro remoto (Arnau).
"Safety not guaranteed" è un film di fantascienza a tutti gli effetti, con la sola differenza che la fantascienza non indossa i panni di alieni, di robot e di androidi, bensì assume le vesti improbabili di una vecchia fiamma cui il tempo ha regalato qualche chilo di troppo, di un dolore mai completamente rimosso, di una vita sempre rimandata.
La gita di tre ragazzi nella periferia americana, dunque, diventa il pretesto per un viaggio quantico dentro la fluidità del tempo che permetterà loro di fare i conti con le proprie vite: sarà l'occasione per superare un antico dolore (Darius), l'opportunità di prendere in mano il proprio presente (Jeff) e la chance di non continuare a vivere esclusivamente in vista di un futuro remoto (Arnau).
"Safety not guaranteed" è un film di fantascienza a tutti gli effetti, con la sola differenza che la fantascienza non indossa i panni di alieni, di robot e di androidi, bensì assume le vesti improbabili di una vecchia fiamma cui il tempo ha regalato qualche chilo di troppo, di un dolore mai completamente rimosso, di una vita sempre rimandata.
Ogni personaggio vive il proprio "viaggio" nel tempo attraverso la visione e la piena consapevolezza della vita degli altri: Darius, grazie a Kenneth, scoprirà che il dolore non è ciò che ci accade, ma come ci rapportiamo a ciò che ci accade.
Jeff, ammirato dalla folle tenacia di Kenneth (che dichiara di voler tornare indietro nel tempo per impedire alla fidanzata di essere uccisa), avverte il vuoto della propria esistenza e prova a ricominciare da quell’avventura liceale di quindici anni prima fingendo che il tempo intercorso non sia mai esistito;
Arnau vede in Jeff la propria vita di rimpianti. Vede se stesso tra dieci anni: insoddisfatto, infelice, frustrato per il tempo perduto.
Forse Kenneth può veramente viaggiare nel tempo, ma forse lui è l’unico a cui non serve più: grazie a Jeff, ad Arnau e soprattutto a Darius i conti con il passato sono stati risolti.
Jeff, ammirato dalla folle tenacia di Kenneth (che dichiara di voler tornare indietro nel tempo per impedire alla fidanzata di essere uccisa), avverte il vuoto della propria esistenza e prova a ricominciare da quell’avventura liceale di quindici anni prima fingendo che il tempo intercorso non sia mai esistito;
Arnau vede in Jeff la propria vita di rimpianti. Vede se stesso tra dieci anni: insoddisfatto, infelice, frustrato per il tempo perduto.
Forse Kenneth può veramente viaggiare nel tempo, ma forse lui è l’unico a cui non serve più: grazie a Jeff, ad Arnau e soprattutto a Darius i conti con il passato sono stati risolti.
Il film è talmente intelligente da riuscire a non cadere nella trappola della facile retorica: la notte brava di Arnau ha più il sapore amaro della consapevolezza di una vita sprecata che quello dolce della ritrovata gioia di vivere; e, probabilmente, l'ex fidanzatina di Jeff non tornerà a Seattle con lui. No, non ci sono finali lieti e accomodanti; non per tutti; ma nessuno sarà più come prima.
Un'ultima considerazione sul cast. Tutti i protagonisti sono assolutamente straordinari e perfettamente a loro agio dentro la parte. Aggiungete due camei di lusso (Mary Lynn "24" Rajskub e Kristen "Veronica Mars" Bell) ed il gioco è fatto.
Per una volta la fantascienza è senza robottoni ed effetti speciali. Ma siete veramente sicuri che la macchina del tempo non esista…?
GIUDIZIO SINTETICO: Piccolo gioiello che purtroppo non
vedremo mai nelle sale: speriamo almeno in una distribuzione in dvd. Da
recuperare assolutamente!
VOTO: 7½
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