27/02/13

DIE HARD – UN BUON GIORNO PER MORIRE (di John Moore)




Neanche un quarto d’ora e il vecchio McClane è già coinvolto nella distruzione del Tribunale di Mosca e in un inseguimento pazzesco che disintegra automobili, divelle strade e deflaga interi palazzi… la domanda che sorge spontanea è: ma che c… ci fa John McClane in Russia???

L’ultimo capitolo della saga dello sbirro più scazzato del mondo toppa proprio nella coerenza epica del suo protagonista: già, perché se c’era una certezza al mondo era che John McClane non cercava mai i guai, ma erano sempre i guai ad inseguirlo e trovarlo con ostinata abnegazione.

In altre parole, John McClane attira le carogne come il miele ingolosisce le api; il personaggio reso celebre dal sommo Bruce Willis è perseguitato da una insolita maledizione che lo porta a non poter fare un passo senza inciampare in qualche diabolico piano criminoso: se festeggia il Natale alla festa aziendale della Nagatomo, come minimo ciò coinciderà con l’irruzione di un commando di terroristi crucchi e armati fino ai denti… Se si mette buono buono a fare il bravo maritino che aspetta l’arrivo della moglie all’aeroporto, sicuramente altri terroristi collusi con le forze speciali inizieranno a far precipitare aerei come coriandoli a Carnevale… figuriamoci se prova a smaltire i postumi di un sbronza come si deve: ecco che arriva il fratello pazzo del primo terrorista che pur di fargli il culo manda al diavolo la più grossa rapina del secolo… quando si dice la sfiga!


John McClane non ne vuole mezza… salvare il mondo è l’ultimo dei suoi problemi. Salvare il mondo è piuttosto un incidente di percorso, è un effetto collaterale del suo essere costantemente l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Questo è John McClane: inviso ai superiori, osteggiato dal sistema, compatito dai colleghi, abbandonato dalle donne, solo contro tutto e tutti.
John McClane è la più grande calamità della storia per terroristi ed architetti.
Grattacieli, aeroporti, navi, elicotteri e aeroplani… non c’è niente che resista alla devastante potenza distruttrice di John McClane il quale – ultimo cowboy, ultimo boyscout, ultimo baluardo contro il male – qualunque cosa faccia, finisce sempre per trovarsi nell’occhio del ciclone armato di un ghigno beffardo e una battuta al vetriolo.

John McClane non è un semplice uomo: è la trimurti di un culto pagano e meraviglioso; è una fronte eternamente immolata alla contusione; è un corpo costantemente ammaccato; è uno sguardo sbruffone, una bocca che si apre solo per tirare moccoli, aspirare paglie e ingollare aspirine come fossero lupini.

John McClane non ammazza i cattivi perché crede nel sistema. Tantomeno per difenderlo. Ammazza i cattivi perché gli piace un botto ammazzare i cattivi: “Yippee ki-yay pezzo di m…”. 


Allora, ribadisco, che ci fa John McClane in Russia??? No, perchè se decidi di presentarti armato, in terra straniera, nei pressi del tribunale dove stanno per processare tuo figlio... beh non puoi certo raccontare di esserci finito per caso nei casini...

Quella che segue è la trascrizione più o meno letterale del "processo creativo" che deve essersi generato nella mente "geniale" dello sceneggiatore al momento dell'ideazione del plot (sempre che il film sia stato effettivamente scritto da uno sceneggiatore e non assemblato con le parti di scarto di qualche action anni ’90 montate a caso col vinavil): allora, c'è un tizio che si presenta da John, impegnato al poligono, e gli racconta che il figlio, con il quale non parla da anni, è stato arrestato nell'ex Unione Sovietica per aver sparato in faccia ad un mezzo delinquente dentro una discoteca; a questo punto John, senza averlo deciso prima (come direbbe il buon Milani) fa su armi e bagagli e parte per l'ex patria del comunismo... qui verrà coinvolto in uno scontro di potere tra miliardari responsabili di vari stermini di massa che - colpo di scena - rivelerà al momdo il vero volto dietro alla strage di Chernobyl! Naturalmente John e suo figlio diventeranno i migliori amici, sconfiggeranno i cattivi e tutto finirà a tarallucci e granate al plasma!

Già l'incipit solleva insormontabili obiezioni logiche (il resto del plot non lo commento neanche).
Punto primo: conoscendo il tipo (che ha solo demolito l’intero grattacielo della Nagatomo, disintegrato l’Aeroporto di Whasington e affondato una nave al largo di New York) per quale motivo al mondo qualcuno dovrebbe sentire il bisogno di andare a raccontare a John McClane che il figlio desaparecido è in carcere a Mosca accusato di omicidio? Per far scoppiare la terza guerra nucleare, forse???
Punto secondo: anche ammesso che sia logico raccontare a Terminator dove si è nascosta Sarah Connor senza aspettarsi che scoppi un putiferio, cosa ci va a fare McClane a Mosca? Vuole portare una rete di arance al proprio figliolo? Vuole farlo evadere in barba a tutta la polizia sovietica? Dargli un bell’abbraccio paterno e uno scappellotto...? Ma dico, scherziamo!!!
Punto terzo: vabbè che sono russi (e quindi chissenefrega), ma l’inseguimento automobilistico che segue la scena dell'evasione è qualcosa di veramente vicino a carmageddon… come se non bastasse, McClane si lancia da un cavalcavia all'altro schivando granate e mirando ogni passante che gli capita a tiro mentre scherza al telefono con la figlioletta… non credo servano commenti!
Punto quarto: pensate che questo era il meglio; da qui in avanti il film riesce nell’impresa di diventare veramente molto, molto, molto più brutto; senza voler rovinare la sorpresa a nessuno, dico solo che il tutto si conclude nientepopodimento che a Chernobyl (massì, non facciamoci mancare proprio nulla!!!) in mezzo a centinaia di casse di uranio pronte a detonare e con i due McClane (già perché il figlio è tosto quanto il padre) che non esitano a far esplodere ogni cosa abbiano a tiro neanche fosse il Capodanno a Napoli documentato da Michael Bay in vena di eccessi.

Una premessa è d’obbligo. Adoro i film d’azione e la saga di "Die Hard" (almeno i primi tre capitoli) ha per me un valore quasi sacro. Non mi frega nulla della credibilità o del realismo di una scena. Potete farmi vedere McClane che si butta dall’Everest, di testa, sbucciandosi solamente la pelata. Non faccio una piega. Ma non sono disposto ad accettare eresie e vangeli apocrifi.



Se si parla di "Die Hard" divento ortodosso fino al midollo e questo film infrange ogni dogma:

Dal Vangelo secondo McClaine:
1)   McClane è uno sbirro furbo, intelligente ed esperto.
2) Quello di “Die Hard” è un universo esclusivamente maschile in cui l’elevatissimo livello testosteronico si misura in unità di grattacieli abbattuti e ossa spezzate.
3)  I cattivi di “Die Hard” hanno sempre piani della madonna, raffinatissimi e geniali che falliscono solo perché McClane capita di lì per caso ed è più furbo e cazzuto di loro.
4)  I cattivi di “Die Hard”, inoltre, sono sempre spietati terroristi esperti di arti marziali, agenti addestratissimi dei servizi segreti, funamboli del parkour armati di bazooka che McClaine, rigorosamente, prende a cartoni sul muso e calci sulle palle.
5)   C’è sempre una spalla un po’ goffa, ma simpatica che rivela il lato (in fondo) umano di McClane;
6) McClane fuma come un turco, è sempre reduce da qualche sbornia e trangugia aspirine come fossero taralli ad un aperitivo a “Camera Sud”.
7) John McClane è sempre in lotta non solo contro i cattivi, ma anche contro il sistema (composto da burocrati ottusi che non capiscono mai nulla).
8) Ok, McClane appare un po' fascista e reazionario, ma se vado a vedere "Die Hard" pago il biglietto per vedere Bruce Willis che prende a sberle i cattivi e fa crollare i palazzi, non per un trattato di politica sociale.

Ed invece:
1) In questo film McClane sembra un deficiente. Ci mette un’ora a capire che il figlio è un agente della CIA, gli rovina pure l'evasione e si fa fregare praticamente da tutti.
2) Il “geniale” piano del terrorista russo funziona solo perché McClane Sr. capita nel posto giusto al momento giusto: se non faceva perdere sei minuti a McClane Jr. durante l'evasione non avevamo un film…
3)  McClane Jr. non solo non è una spalla goffa ed impacciata, ma è tosto ancor più di suo padre (ma se volevo vedere il sequel di “Tango e Cash” andavo a vedere il sequel di “Tango e Cash” o, al massimo, "Arma letale 17"…).
4)   Che ci fa una stragnocca come Yuliya Snigir (bravissima!!!) in un film del ciclo Die Hard? Per di più quasi sempre vestita (come ha giustamente fatto notare qualcuno)?
5)   Dove sono le paglie? Dove sono le aspirine? Dove sono i dopo sbronza?
6)   Perché i cattivi si ammazzano tra di loro invece che farsi prendere a sberlone da McClane?
7) Perchè il più cattivo di tutti è un nerd vecchio e occhialuto?
8) Come si faceva giustamente notare sul blog "i400calci", perchè mi si mostra una specie di hulk a petto nudo in una centrale atomica in Russia con un bel C.C.C.P. tatuato sulla schiena e non si spende almeno una mezz'ora a farlo pestare a sangue con McClane?
9)  Dove sono i cartoni in faccia e i calci sulle palle?
10) Dov’è John McClane?

Il film non merita ulteriori approfondimenti se non questo: ha la faccia giusta, è piuttosto cartola e probabilmente lo rivedremo sugli schermi… ma c'era bisogno che McClane avesse un figlio come di Claudia Koll con le crisi mistiche.


GIUDIZIO SINTETICO: Non ci siamo proprio! Il quinto capitolo segna la morte celebrale di un autentico mito. Sarebbe bastato cambiargli il titolo e la pellicola sarebbe stata solo l’ennesima mediocre produzione sconclusionata e fracassona. Chi aspira al cielo deve prepararsi alla caduta. BOCCIATISSIMO

VOTO: 4










2 commenti:

  1. ADORO IL VANGELO SECONDO MCLANE, sei un genio

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  2. Dai, magari un pò reazionario si, ma fascista no. XD Mi stò rivedendo il 2. 20 anni fa era nella media. Ora, visti i tempi, lo sto trovando anche più bello! XD

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