Spettacolare serie fantasy
del canale HBO. Ossia la più antica, prestigiosa e coraggiosa emittente via cavo degli Stati Uniti.
E' appena cominciata la quinta stagione, ma lo show ha già rinnovato almeno fino alla sesta. Se tutto va bene, la settima sarà l’ultima.
E' appena cominciata la quinta stagione, ma lo show ha già rinnovato almeno fino alla sesta. Se tutto va bene, la settima sarà l’ultima.
La serie costituisce la
trasposizione della saga letteraria ideata da George R. R. Martin; in tutta sincerità, i libri non li ho ancora letti, ma la serie l’ho vista TUTTA ed è tanta, tantissima roba.
Il Fantasy, nell’immaginario collettivo, costituisce un
universo alternativo situato in epoche storiche indefinibili, in zone
geografiche tanto immaginarie quanto fantasmagoriche e popolato da creature
fantastiche (appunto), magiche e incredibili.
Su tutti, pensate al “Signore degli anelli”.
Su tutti, pensate al “Signore degli anelli”.
Ecco, il fantasy di "Game of Thrones" con la saga di Tolkien non c’entra assolutamente un cazzo. Sì, ci sono
paesaggi incredibili, luoghi scenograficamente struggenti e location
assolutamente straordinarie… ci sono guerrieri impavidi, creature spaventose e
forze sovrumane in lotta tra loro...
R.R. Martin, invece, affonda i denti nella carne e nel sangue e non ha alcuna paura di addentrarsi nei più reconditi aspetti dell’animo umano.
...ma l’universo di Tolkien, si abbia il coraggio di ammetterlo, è stato pensato per
un pubblico di sognatori, idealisti e di ragazzini.
Perciò: tanto bianco, tanto nero e pochissime sfumature di grigio. Nella saga della Terra di Mezzo, tutto ruota attorno alla lotta manichea tra il Bene e il Male. Le guerre hanno sempre
il sapore simbolico dell’epica; è tutto uno scontro tra valori, razze e civiltà,
ma il
sangue e la violenza sono molto più suggeriti che mostrati (o
raccontati). Per dirne una: ci sono molte più filastrocche di hobbit e
canti elfici, che arti mozzati. E non sfiora mai il dubbio che i cattivi possano avere anche le loro ragioni... o che i buoni non siano proprio degli stinchi di santo. Anzi.
R.R. Martin, invece, affonda i denti nella carne e nel sangue e non ha alcuna paura di addentrarsi nei più reconditi aspetti dell’animo umano.
Il suo universo non è concepito come un palcoscenico in cui le forze buone si contrappongono a quelle cattive, bensì come la trasposizione, in salsa fantasy, della VITA VERA. E, nella vita vera, non esistono eroi senza macchia e senza paura che si oppongono a monocoli del diametro di quindici metri che bramano la conquista del mondo dall’alto di un vulcano, ma poveri cristi che tirano a campare e, qualche volta, a portarsi a casa una fetta della torta.
Scordatevi elfi asessuati dai capelli dorati e con archi fatati. Scordatevi nani che assomigliano a Brontolo con l'ascia bipenne; niente amori platonici, baci sulle guance e, soprattutto, niente hobbit dai piedi grossi. In Martin ci sono UOMINI contro altri UOMINI. Ci sono i nani, ma sono dei mascalzoni mefistofelici che trombano come fringuelli con puttane e cortigiane. Ci sono fratelli che trombano tra loro e che tramano per ammazzare altri fratelli e mettere al trono il frutto incestuoso della loro unione. Ci sono padri che torturano i figli. Ci sono figli che odiano i padri. Ci sono pessime madri, pessimi figli, pessimi fratelli e pessimi padri. Ci sono casati in lotta tra loro. Ci sono omicidi, stupri, intrighi di palazzo, attentati e violenze. Tutto il teatro della Politica e del Potere è messo in scena come se fossimo dentro uno spettacolo del miglior Aaron Sorkin. Solo che, invece di Presidenti degli Stati uniti e capi di stato esteri, abbiamo a che fare con la guerra dei Sette Regni e con le casate degli Starks, dei Targaryen, dei Baratheon, dei Grevjoy, dei Tyrel e dei Lannister...
Eppure, mi direte voi, ci sono pur sempre le
misteriose creature del Nord (delle specie di zombi dei ghiacci) e poi ci sono i
draghi… si è vero, ci sono, ma, in quattro stagioni, delle prime ne avete
praticamente quasi solo sentito parlare, mentre i secondi sono prima leggenda,
poi uova, poi semplici cuccioli… e intanto sono già passati quaranta episodi.
Certo, la saga rimane pur sempre un fantasy, con lotte tra cavalieri, minacce
provenienti da forze spaventose e soprannaturali, battaglie epiche e spettacolari... ma, su tutto,
domina una visione assolutamente politica e drammaticamente realistica dell'uomo e dei suoi più bassi istinti. “Game of thrones”, fin dal titolo,
denuncia la propria anima fortemente cospiratoria, in cui gli intrighi, le
vendette e i tradimenti, contano molto di più che i cavalier, le armi e gli
amori…
L'episodio pilota è costato
tra i 5 e 10 milioni di dollari, mentre
il budget totale della prima stagione venne stimato intorno ai 50-60 milioni. Insomma, stiamo parlando di un investimento della madonna.
La seconda stagione ottenne
addirittura un aumento del budget del 15% per permettere una realizzazione ancora più curata della più
importante battaglia della "Guerra dei Cinque Re".
Pensate che il budget dell'episodio "L'assedio" venne
incrementato a 8 milioni di dollari, mentre il budget medio per episodio si
aggira attorno ai 6 milioni. Ogni episodio della serie costa dalle due alle tre
volte di più di un episodio generico di una qualunque altra serie broadcast o via cavo (pensate che un episodio di "Breaking Bad" si aggirava intorno ai 3 milioni di dollari, e "solo" 2 milioni ogni episodio di "The Big Bang Theory").
Narrativamente, tutto parte dalla morte di Re
Robert Baratheon, al conseguente vuoto di potere e alla discussa successione al
trono dell’amico Edward Stark (Sean Bean). Da qui parte una spaventosa,
sanguinolenta e terribile guerra aperta per la ri-conquista del trono: intrighi
macchiavellici, alleanze, amori, tradimenti, vendette che, in confronto,
Shakespeare pare Edmondo De Amicis. Provare a raccontare o anche solo
sintetizzare la trama sarebbe, oltre che un’impresa veramente titanica, un inutile
spreco di tempo ed energie. Al di là della esatta comprensione di chi faccia
cosa, di chi trombi con chi e di quale casata trami conto quell’altra, quello
che conta è il senso generale del racconto, che ha l’ambizione – finora
riuscita a pieni voti – di rappresentare la complessità e la violenza
dell’ascesa al potere e del suo mantenimento.
"Game of Thrones", oltre ad
essere un prodotto dannatamente ben realizzato e ben scritto, è un prodotto
incredibilmente ADULTO. E non solo per i temi trattati, ma anche e soprattutto
per la sua messa in scena. G.o.T. è una serie iperviolenta, fatta di corpi
straziati, smembrati, torturati, di gente che tromba in tutte le posizioni come
se non ci fosse un domani e di guerre e pacche selvagge come l’umanità che vi
prende parte. A un certo punto, un tizio ne tortura un altro: per un intero
episodio assistiamo a smembramenti, accoltellamenti, scorticamenti e supplizi
indicibili. Poi, il primo mozza di netto il pisello al secondo, mentre divora
allusivamente un salsicciotto alla griglia per poi spedire l'organo alla famiglia
dell’evirato… così, giusto per mandare un segnale.
Questo, ossia la
violenza e la sessualità esplicita, è del
resto un tipico marchio di fabbrica delle serie HBO, nelle quali – in genere –
nessun dettaglio viene mai risparmiato allo spettatore in nome del comune senso
del pudore o della decenza.
Come dicevo, qui non ci sono bellissimi elfi che limonano sulle panchine di giardini incantati, ma luridi (nel senso di sporchi) nani che si aggrovigliano selvaggiamente su una o più mignotte alla volta.
Il lavoro sulla psicologia
dei personaggi, sui loro moventi, sulle loro motivazioni personali e morali è poi
qualcosa di semplicemente eccezionale. Ci saranno oltre cinquanta main
characters che si succedono nelle prime quattro stagioni e di ognuno abbiamo un
preciso contesto psicologico, biografico, emotivo e morale.
Ciò rende la serie incredibilmente
affascinante, sfaccettata e articolata, ma anche altrettanto complessa,
dispersiva e impossibile da seguire con superficialità. Come tutte le scelte
HBO è stata una scommessa molto azzardata (il rischio di allontanare il
pubblico a causa della estrema complessità del racconto, oltre che per la
violenza in esso contenuta era altissimo), ma, come quasi tutte le scommesse HBO,
è stata una scommessa assolutamente VINTA.
Altra caratteristica della
serie ed altra scommessa rischiosa, ma vincente: i PERSONAGGI. Consiglio per i
neofiti: NON AFFEZIONATEVI A NESSUNO. Come ammonisce la azzeccatissima e geniale
tag line della terza stagione: “All men must die”, in G.o.T. tutti – o almeno
quasi tutti – muoiono male, dolorosamente ed inaspettatamente. Appena vi cominciate ad affezionare a
qualcuno e ad immaginare quali sviluppi incredibili quel personaggio potrebbe
avere… ecco che arriva qualcuno che lo decapita o che gli fa piovere addosso
duecentocinquanta frecce avvelenate…
Per G.o.T. la HBO ha creato non solo un universo di gadgert che vanno dal vero trono di spade a grandezza naturale, a tutta una serie di prodotti e prodottini per il salotto del vero appassionato, ma ha anche creato una campagna virale attentissima e azzeccatissima fatta di teaser trailer, manifesti preparatori alla stagione in arrivo (indimenticabili, oltre al “all men must die” poch’anzi citato, il "valar morghulis" scolpito sui volti di tutti i protagonisti della serie e il “winter is coming” che preannuciava la prima stagione).
Ottimo il cast, fatto da attori navigati (Sean Bean, Liam Cunningam, Charles Dance), bravissime competenti (Lena Headley), super stalloni cazzuti (Jason Momoa), anche se, su tutti, svetta l’incredibile PETER DINKLAGE che interpreta il figlio nano della casata dei Lannister e che regala un interpretazione magistrale e geniale che gli è valsa varie nomination e vari premi agli Emmy.
GIUDIZIO SINTETICO: I cavalier, le armi e gli amori diventano nani, mastini e scopate selvagge... coi draghi! fate un po' voi!!!
VOTO: 9
P.S.
Se la rece vi è piaciuta, sappiate che essa ha costituito la base per la puntata "Tutti pazzi per i cannoni" di "Serial K: Le serie tv in radio",
una trasmissione webradio che tratta di serie televisive e che scrivo e
conduco assieme a due carissimi amici: Tommy e Giulio. I podcast delle
passate puntate li potete trovare tutti su Mixcloud; le puntate le potete sentire in diretta ogni 2 settimane, il giovedì, dalle 19:00 alle 21:00 su Radio Strike; tutte le info, le comunicazioni, i commenti e le foto le trovate su FB. Vi aspettiamo.
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