11/05/15

TOP OF THE LAKE (di Jane Campion)




Interessantissima miniserie del 2013 scritta e diretta dal regista premio Oscar Jane Campion ("Lezioni dipiano"; "Holy Smoke") e girata interamente nella meravigliosa Nuova Zelanda.

Tutto ruota intorno alle indagini originate dalla sparizione di una ragazzina di dodici anni, incinta, e alle reazioni dei pericolosi e bizzarri abitanti del luogo.

All’inizio si è speso molto il nome di “Twin Peaks” e si è giocato all’accostamento con il capolavoro di David Linch. In realtà, a parte l’intento dichiarato di svelare cosa si nasconda dietro quello che sembra essere un vero e proprio paradiso in terra (nel caso di "Twin Peaks", la mitizzata campagna rurale americana; in questo caso, la verde terra di mezzo, patria di elfi e hobbit), manca del tutto l’aspetto fantastico, onirico e mistery che caratterizzava invece l’opera di Lynch.

La serie, tuttavia, è veramente ben scritta, girata da dio e fotografata anche meglio. Gli strepitosi paesaggi neozelandesi fanno da contraltare alla natura selvaggia e crudele degli abitanti che popolano il villaggio di Laketop e le coste del gigantesco e scenografico lago Tui, la cui inquietante presenza lo rende quasi un vero e proprio protagonista della serie. Tipo “Les Revenant”, per intenderci…

Loschi affari, mitologie ataviche, crimini violenti, boschi sconfinati, bizzarri frikkettoni, laghi misteriosi, pazzi criminali, rabbia repressa, sessualità deviata e bellissime terre selvagge, sono gli ingredienti di una detection che muove dalla semplice sparizione di una bambina e arriverà a svelare i tremendi retroscena di una comunità piena di segreti, fantasmi e scheletri nell’armadio: violenza domestica, misantropia, inefficienza e corruzione delle forze dell’ordine, malavita organizzata e perdita definitiva di ogni innocenza completano degnamente il quadro.

Topof the lake è una serie che si nutre costantemente di conflitti: l’uomo contro la donna; la natura contro la civiltà; l’ordine avverso il caos; la ragione contro il misticismo. 


L’amore deve sopravvivere alla sopraffazione; la vita se la gioca con la morte; la passione convive con la devianza. La famiglia e la comunità son costantemente in conflitto con l’individualismo dei sentimenti umani. L’Anima da un lato e la Carne dall’altra; Il simbolismo mistico si contrappone a tatuaggi di tacchini pitturati sul collo di redneck assai poco raccomandabili… 

tanta roba, insomma…


Lo schema, sicuramente, è arciusato – vedi Twin Peaks, Broadchurch, Southcliffe e compagnia cantanti: in una piccola comunità, situata in un luogo paradisiaco, tutti sanno tutto di tutti e i segreti, per quanto nascosti, prima o poi tornano a galla. I demoni del passato incontrano gli orrori del presente. Ecco cosa vi attende con Top of the lake.

I tempi ed il linguaggio sono assolutamente cinematografici: pochissima azione, colpi di scena misurati col contagocce, pochi twist, nessun cliffhanger o altri escamotage di stampo prettamente televisivo. La serie si prende il proprio tempo per raccontare e mettere in scena l’orrore che ci circonda, lo squallore del male e la perfidia e la crudeltà degli uomini. Ne esce una fiera degli orrori con personaggi veramente tremendi e indimenticabili.

Forse, potrà sembrare un po’ lenta e non manca neppure qualche piccolo difetto; ma la serie è veramente portentosa e costituisce un vero e proprio pugno nello stomaco anche per gli spettatori più smaliziati e maggiormente assuefatti alla violenza.

"Top of the lake" è stata mostrata per la prima volta al Sundance Film Festival del 2013, dove sono stati proiettati tutti i sette episodi che la compongono.

Critica e pubblico sono rimasi entusiasti. Su Metacritic la serie si è aggiudicata un ottimo 88 (“universal acclaim”) e addirittura il 93% su Rotten Tomatoes.

Il cast è solidissimo e, su tutti, svettano Elisabeth Moss (che si è aggiudicata un Golden Globe come migliore attrice) e un superbo e cattivissimo Peter Mullan (premiato con un Astra Awards) entrambi candidati anche agli Emmy (la serie ha avuto otto candidature complessive agli Emmy, aggiudicandosi però solo la categoria: miglior fotografia).





GIUDIZIO SINTETICO: Una serie da brivido, con un Peter Mullan in stato di assoluta grazia.

VOTO: 8


P.S.

Questa recensione ha costituito la base per la puntata "Nel dubbio, smarmella!" di "Serial K: Le serie tv in radio", una trasmissione webradio che tratta di serie televisive e che scrivo e conduco assieme a due carissimi amici: Tommy e Giulio. I podcast delle passate puntate li potete trovare tutti su Mixcloud; le puntate le potete sentire in diretta ogni 2 settimane, il giovedì, dalle 19:00 alle 21:00 su Radio Strike; tutte le info, le comunicazioni, i commenti e le foto le trovate su FB. Vi aspettiamo.  




1 commento:

  1. Me ne hanno parlato molto bene, direi che è giunto il momento di recuperarla.

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