Seconda
reunion per la posse dei Vendicatori: sempre più numerosi, sempre più incazzati e più maragli
che mai.
Nonostante
le gigantesche aspettative al riguardo, sulle effettive qualità del primo capitolo avrebbero scommesso davvero in pochi: troppi soldi, troppi attoroni
famosi, troppe storie da gestire; troppi ingredienti da amalgamare.
TUTTO-TROPPO-GROSSO per poter funzionare e stare assieme senza scoppiare; invece,
è venuto fuori uno dei più spettacolari, fracassoni e brillanti film
d’azione degli ultimi anni; sul secondo capitolo, al contrario, chiunque
avrebbe investito buona parte della propria pensione: ottima storia di
partenza, cast ampiamente rodato, regista pure. Ora, non voglio assolutamente dire
che chi ha scommesso su “Age of Ultron”
abbia perso la posta in palio; mi permetto solo di rilevare che, se il primo Avengers
aveva ampiamente superato ogni più rosea aspettativa, il secondo, almeno per il
sottoscritto, ne è stato leggermente al di sotto.
Giuro!
Non voglio fare della polemica gratuita; ce ne fosse in giro di roba come “Avengers 2”! Tuttavia, l’importanza
planetaria del progetto e i numeri stratosferici del film impongono alcune
considerazioni di fondo.
Innanzitutto,
è necessario liberare il campo da ogni valutazione che non muova dal fatto che
stiamo parlando di un film di azione con supereroi in costume che se le danno
di santa ragione. E, in secondo luogo, che stiamo parlando di un film Marvel.
Anche
i non iniziati sanno vagamente cosa aspettarsi da un film di super-eroi, o, quanto
meno, possono immaginarselo: tanti effetti speciali, combattimenti pazzeschi,
costumi coloratissimi, super-cattivi e tanta, tanta, tanta adrenalina.
Non
tutti, invece, si sono posti il problema di cosa possa rappresentare un film di
super-eroi, al di là ed oltre i suddetti aspetti formali: il conflitto tra giustizia e vendetta; l’accettazione del diverso; la
libertà in contrapposizione alla sicurezza; la legittimità e i limiti dell’impiego
della forza; la responsabilità del potere; la solitudine del
giusto; la conoscenza del sé… inutile
elencare tutti i temi affrontati in quasi un secolo dai fumetti di super-eroi. Vi
basti pensare che, in mezzo a tanta robaccia pulp e avventure sgangherate e divertentissime,
c’è anche roba come “Watchman”, che è
stata addirittura insignita del famoso premio letterario “Hugo” ed è stata inserita, unica tra le graphic novel, tra i primi 100 romanzi in lingua inglese secondo Time Magazine.
Quello
che ancor più persone non sanno, è che esistono differenze abissali tra le
diverse produzioni editoriali e che ignorare completamente queste differenze
può impedire di trovare il prodotto più adatto al proprio gusto o,
semplicemente, può contribuire a beccare sempre quello sbagliato.
Nel
variegato e sterminato mondo dei comics e delle graphic novel, conoscere almeno
superficialmente la filosofia, la politica e l’attitudine di una casa editrice
conta quasi più di conoscere le caratteristiche di un particolare autore o di
un particolare super-eroe. Ad esempio, potete anche ignorare chi sia John Constantine
e non aver mai letto nulla scritto da Alan Moore o da Jamie Delano, ma sapere
che Hellblazer è edito dalla Vertigo, costola editoriale della DC Comic, può
già indirizzarvi a scegliere comunque un suo albo, sempre che siate interessati
ad affrontare tematiche adulte, violenza senza filtri e linguaggio scurrile.
Da
questo punto di vista, ignorare cosa sia il marchio Marvel (a parte il fatto di
essere, semplicemente, una delle più importanti industrie del fumetto e
dell’intrattenimento di tutti i tempi) e cosa distingua i suoi prodotti da
quelli di altri competitor, quali, ad esempio, la DC Comic, può creare confusione,
delusioni, ambiguità e disaffezioni.
Per
capirci: adorare il cinema di Carpenter
o essere fan sfegatati della saga di “Mad Max”
e “Akira", non significa,
automaticamente, apprezzare anche i film di Steven Seagal. Eppure sono tutti
degli action. Allo stesso modo, se “Trinità” è il vostro film preferito, non è affatto detto
che amiate allo stesso modo i western di Peckinpah.
Per la
maggior parte del pubblico generalista, composto per la maggior parte da appassionati
di blockbuster o da semplici curiosi mossi dalla hype del fenomeno, andare a
vedere il Batman di Nolan è uguale a spararsi la trilogia di Ironman.
Questo,
talvolta, rischia di tradire alcune aspettative, dal momento che i due
prodotti, pur appartenendo al medesimo genere, sono guidati da matrici e
filosofie assai differenti. Per tale ragione, può capitare che chi si è fatto
ammaliare dalle tetre e gotiche atmosfere del cavaliere oscuro, possa rimanere
deluso dalla pacchiana spacconeria di Tony Stark. E viceversa, naturalmente.
I
film della Marvel, in genere, sono prodotti realizzati dannatamente bene, votati
quasi sempre al sano divertimento e ispirati al più puro entertainment (anche
se, con il secondo Cap e il secondo Thor, i toni hanno virato decisamente verso
il lato oscuro della forza). Quelli della DC Comics, dal canto loro, sono altrettanto
spettacolari e grandiosi sotto il profilo della realizzazione, anche se tendono
maggiormente verso l’intimismo, affrontano tematiche più “adulte” e mettono in
scena una rappresentazione della violenza meno fracassona e più realistica.
Non
sono un nerd dei fumetti; confesso di aver letto la mia buona dose di albi Marvel,
DC e compagnia cantanti, ma, se devo dire di conoscere a memoria i relativi mondi,
universi e realtà alternative e tutte le innumerevoli trame, sotto-trame,
crossover e reboot che li contraddistingue, direi una balla colossale.
Per
chi ne sa ancor meno di me, in ogni caso, potrei semplificare dicendo che
Marvel gioca più sulla carta del “massì,
ciò i superpoteri e mi diverto un mondo ad usarli”. Se sei Thor, te ne
sbatti il cazzo di essere plausibile: insomma, vieni da Asgard e sei figlio di
Odino e c’hai Idris Elba a farti da guardiano del Regno… per cui, se qualcuno
ti percula per il fatto che indossi un mantello rosso o l’elmo alato, ti basta semplicemente
far roteare il martellone… DC Comics, al contrario, inventa supereroi che, in
qualche modo, devono risultare credibili e che si mettono un sacco di problemi
esistenziali: Superman e Batman sono i nomi più celebri e famosi di un universo
fumettistico (DC Comics) dove ai caledoscopi sbiruluccicosi si prediligono
atmosfere fosche e colori molto più cupi.
DC,
infatti, va a nozze con personaggi tormentati, sofferenti, soli e disperati,
che fanno della lotta al male una sorta di cura e rimedio al proprio malessere
interiore e alla propria profonda solitudine.
Superman
è un alieno timido e buono, ultimo superstite della propria razza, il quale, invece
di passare le giornate a guardare attraverso i vestiti delle tipe con la
supervista e a stabilire come conquistare il mondo e sottomettere gli umani, decide
di indossare i panni del tenero Clark Kent e deprimersi nella fortezza di
Ghiaccio. Bruce Wayne, d’altro canto, se la passa anche peggio. Mica per niente
è diventato il cavaliere oscuro: orfano, incazzato, vendicativo, feroce e
spietato. Christopher Nolan (sulla scia di Frank Miller) ne ha fatto un eroe
tormentato e moderno, decadente e fosco, violento e sofferente. Batman, come
Superman, trova la propria forza nella propria solitudine. Quella dell’eroe
mascherato è una vita per esseri straordinari, ma anche soli, disperati, dannatamente
concentrati e votati alla causa. Ma ve lo vedete uno come Tony Stark a meditare
per mesi al Polo dentro una grotta di ghiaccio? O a contemplare il mondo da
solo sul gargoile di un grattacielo? Sticazzi! Tony Stark, smessa la corazza di
Ironman, è già il leader del prossimo party con dieci bravissime al seguito.
Pèppèpèppèppèppèèèèè
Se mi
consentite un azzardato parallelo musicale, la Marvel costituisce un incrocio
tra la psicadelia dei Grateful Dead, la “leggerezza impegnata” dei Beatles e lo
zarrume di tutto l’hair rock degli anni ’80; la DC Comics, invece, raccoglie
tutta l’allegria dei Joy Division, il disimpegno di Bob Dylan ed i colori
sgargianti dei Cure.
Ovvio,
con mille eccezioni e con mille-mila sfumature, ma, tutto sommato, il paragone si
fonda su queste sostanziali differenze. Non c'è un modo migliore e uno peggiore per trattare i super-eroi. Esistono diversi approcci, tutti validissimi, ognuno dei quali ha dato luogo ai propri capolavori. Sta a voi scegliere quello che maggiormente si confà ai vostri gusti.
Quindi,
nessuno scandalo se gli “Avengers” non
siano in linea con la saga di Nolan e vogliano invece limitarsi a divertirsi e a far
divertire il proprio pubblico. Niente di sbagliato nelle frecciatine, nelle
battute e nelle smargiassate… Ripeto, se fossi Tony Stark o il re di Asgard, di
sicuro non farei il timido e passerei le giornate a rimorchiare bravissime e a dar
sfoggio del mio super-martellone…
Ecco
perché ha molto poco senso lamentarsi del fatto che film come “Guardiani della Galassia” e “The Avengers” non siano abbastanza seri e
plausibili…. Posto quanto già detto sulle enormi differenze che passano tra un eroe
Marvel e uno DC Comics… PLAUSIBILI???? Ma volete veramente venirmi a raccontare che siete andati a vedere un film su una
crew di ex criminali spaziali composta, tra gli altri, da un procione col mitra,
un albero antropomorfo e un’acrobata-assassina dalla pelle verde… e ne siete usciti delusi per la mancanza di sufficiente credibilità??? Se decidete di investire 10 euro per vedere la royal rumble tra alieni conquistatori mutaforma, esseri semi-divini usciti di pacca dalla mitologia norrena, super-pimpati
soldati della seconda guerra mondiale ripescati nei ghiacci del Polo Nord,
miliardari con elettromagneti impiantati nel petto alla guida di armature volanti
e scienziati bombati di raggi gamma che, al minimo scazzo, si trasformano in creature mostruose
impossibili da fermare… non potete assolutamente uscirvene con frasi del tipi: "ok, tutto molto bello e spettacolare, ma un po' troppo poco plausibile"...
Signori miei, non è la Marvel che ha tradito le vostre aspettative; siete VOI, piuttosto, che non sapete nemmeno scegliere che cazzo di film andare a vedere.
Signori miei, non è la Marvel che ha tradito le vostre aspettative; siete VOI, piuttosto, che non sapete nemmeno scegliere che cazzo di film andare a vedere.
Chiusa
la parentesi, veniamo a noi.
In
questo nuovo capitolo, Ironman, Thor, Hulk, Captain America, Black Widow e Hawkeye
sono di nuovo insieme a fronteggiare una nuova terribile minaccia. Al loro
fianco si aggiunge tutta una serie di nuovi e straordinari personaggi, che vanno
ad arricchire il già assai affollato universo Marvel.
La
formula di “Age of Ultron”, sostanzialmente, è
la stessa di “The Avengers”: tanta
azione, tanto testosterone, tante battute, grossi problemi, tanto cuore e tutti
insieme contro il male!!!!
Il
problema di “Avengers 2” è che i temi
trattati, le dinamiche che si innescano tra i vari personaggi, i nemici da
affrontare e il ruolo stesso dei Vendicatori si adatterebbero molto meglio ad
un film di stampo DC Comics, piuttosto che ad un Marvel puro.
Non
voglio far incazzare nessuno, specie quelli molto più preparati di me – che invito
caldamente ad intervenire per dire la propria sul tema – ma mi sembra che i
toni scanzonati e tutto sommato leggeri che facevano la forza del primo film,
mal si adattino a temi molto più drammatici e complessi quali quelli messi in
scena nel secondo Avengers. Non è un caso, infatti, che i riuscitissimi capitoli
due di Captain America e di Thor (molto più crepuscolari, come detto, della
media Marvel), siano meno votati alla spacconeria e adottino invece un
linguaggio ed un tono più consoni ai temi trattati.
Mi
spiego. “The Avengers”, a conti
fatti, conteneva tutti i migliori ingredienti per il perfetto film Marvel:
oltre ai super-colorati super-eroi ed i loro smisurati super-io, infatti, avevamo:
Nick Fury e lo S.H.I.E.L.D,.; la minaccia di un’invasione aliena (i Chitauri);
portali spazio-dimensionali; misteriosi manufatti cosmici (il Tesseract).
Aggiungete, poi, che Loki, da solo, poteva reggere almeno una trilogia di film e
che il suo personaggio costituiva uno dei migliori villain di tutti i tempi.
Inoltre, le continue battute e le varie frecciatine tra i vari eroi, e tra
questi ed i loro nemici, erano sempre azzeccate e scandite al metronomo come
nei migliori film di Shane Black. Il primo Avengers, insomma, era perfetto:
battute giustissime al momento giustissimo; sequenze di pura spettacolarità
retinica (l’entrata in campo del gigantesco mostro alieno); sani conflitti
testosteronici tra i protagonisti, pronti a sciogliersi in amicizia virile in salsa bromance per il
bene dell’umanità… insomma, c’era la guerra e loro avevano i Chitauri, ma noi
avevamo gli Hulk e gli dei vichinghi…
Il
secondo capitolo, invece, ha ambizioni molto più adulte e temi molto più seri: gli screzi tra i Vendicatori non si limitano alle semplici battute su
chi ce l’ha più lungo, ma diventano questioni molto più profonde, che pongono
pesanti ed inquietanti domande sul significato ontologico dell’essere un
Avengers e di quali debbano essere i limiti del loro agire. Con questo
capitolo, tra l’altro, si sono ampiamente piantate le basi per roba forte come
“Civil War” e “Infinity” per cui c’è da credere che la sterzata verso la serietà e
la drammaticità sia tutt’altro che finita….
Ma
c’è di più. C’è il tema dell’Intelligenza Artificiale, che sicuramente è arci-usato
e stra-abusato, ma che si mischia con l’ubris creativa dell’uomo che non solo
si sente dio, ma che genera e inventa creature divine per porre rimedio ai suoi
stessi errori.
E
poi il personaggio di Visione (SPOILER), che nel fumetto originale era un essere creato
da Ultron per vendicarsi degli Avengers, mentre nel film di Whedon diviene una
creazione di Tony Stark, Bruce Banner e Thor.
Questa
scelta, al di la delle esigenze di sceneggiatura, alza notevolmente il livello
esistenziale dei temi trattati. Un conto è combattere contro una forza aliena che
vuole impadronirsi di un manufatto asgardiano… un altro è interrogarsi se abbia
senso costruire macchine così intelligenti da volere il nostro sterminio per la
pace del mondo... per poi costruirne un’altra, potente come un dio e ingenua come un
neonato, per provare a fronteggiarla. Qual è il limite a cui possiamo
spingerci? È legittimo difenderci costruendo armi sempre più devastanti e pericolose? Qual è
il prezzo della pace e della sicurezza? DC si era già meravigliosamente
domandata chi controllasse i controllori… il dubbio è se domande così
importanti possono essere compatibili con il linguaggio, i toni e le dinamiche
del tipico film Marvel.
Ecco,
il punto è proprio questo. Marvel ha il proprio stile e fa da dio a fare quello
che fa. Lo stesso vale, ovviamente, anche per DC; anche se la seconda segue
strategie e logiche decisamente meno ben organizzate e pianificate della prima
(ma questo è un altro discorso, che affronteremo forse in un altro post).
Il
problema di “Avengers 2” è quello di
aver affrontato temi tipicamente DC con il solito stile Marvel.
Ribadisco,
non sono un esperto di fumetti, ma ammetto che il Batman di Nolan (cupo, nero e
rabbioso) funzionava molto meglio di quello di Schumacher (coloratissimo e
fumettoso) proprio per i temi che trattava. Non conosco i fumetti dell’uomo
pipistrello delle origini, ma l’idea “milleriana” di farne un cavaliere oscuro
animato da vendetta e destinato alla solitudine mi piaceva moltissimo e il film
di Nolan (a parte il finale un po’ accomodante) riusciva a renderlo alla
perfezione. I due Avengers, pur avendo gli stessi personaggi, nascondono invece
due anime molto diverse. Per tale ragione, l’aver impiegato lo stesso stile e
lo stesso registro per entrambi ha esaltato il primo ed ha penalizzato inevitabilmente
il secondo. Per il sottoscritto, molte battute di “Age of Ultron” non funzionavano a dovere non tanto perché non fossero
divertenti in sè, ma perché risultavano incoerenti con quello che stava avvenendo
sullo schermo. Anche sul fronte della fruizione, il film paga lo scotto di una
trama troppo complessa, articolata attraverso troppi personaggi e troppi
intrecci, che finisce col tirare tutto via perché, alla fin fine, siamo tutti qui per le
scazzottate di Hulk!
Questo
tema, queste domande e questi problemi si sarebbero meglio adattati al registro
di Nolan (geniale nel gestire e far scorrere sceneggiature complessissime),
piuttosto che a quello di Whedon (molto più a suo agio con toni più leggeri e
con una maggior libertà di inventare e uscire dal seminato). A prescindere da
chi preferiate, a ciascuno il suo!
Non
ce l’ho in alcun modo (anzi!) con i film di supereroi che non risultano
plausibili o che sono troppo cazzoni. Mi spiace, invece, se un film che si
carica di contenuti importanti e di domande scomode (non importa se poste
attraverso supereroi in costume di flanella) non riesca poi a farle risaltare
nel modo migliore, perché troppo preoccupato di far saltare tutto per aria nel
modo più divertente e spettacolare possibile.
Il
film di Whedon contiene scene d’azione strepitose, momenti di pura esaltazione
adrenalinica, ma anche pesantissimi buchi di sceneggiatura e di trama. La storia si ingarbuglia in troppe occasioni, dilungandosi inutilmente in fasi tutto sommato marginali e tirando via momenti viceversa cruciali. Gli stessi Vendicatori, a conti fatti, appaiono meno pimpanti del solito e decisamente fuori contesto. Stark gigioneggia al minimo sindacale; Cap dice addirittura le parolacce; Thor sparisce senza un motivo per almeno metà del film e poi, sempre senza un motivo, torna e si mette a giocare al dr. Frankenstein... per non parlare di Black Widow, la quale passa inspiegabilmente da feroce e spietata assassina a tenerona con gli occhi a cuoricino che soffre tanto tanto... e non perchè strappata a forza dalla propria famiglia e addestrata dal KGB a diventare una insensibile macchina da guerra, ma perchè quei cattivacci le hanno negato la gioia di diventare madre (che poi, me la vedevo a chiamare la baby-sitter ogni volta che c'era da eliminare qualcuno o fronteggiare una minaccia cosmica...); per non parlare del povero Hawkeye, trasformato in una sorta di Charles Ingalls con l'arco.
“Avengers 2” è un film molto divertente,
estremamente spettacolare, fracassone e sicuramente vincente sul fronte del botteghino, ma costituisce anche una grossa
occasione mancata per dimostrare che un film d’azione con i supereroi può
essere anche qualcosa di più di Hulk che fa a sportellate con Hulkbuster (che pure è tanta roba).
Ovvio, non è affatto obbligatorio e non è nemmeno necessario; anzi! Abbiamo già detto che il primo capitolo era assolutamente perfetto proprio perchè non aveva alcuna vocazione alta o altra rispetto al più legittimo e sano having fun. Tuttavia, se decidi
di mettere certi ingredienti nel tuo film, allora credo che sarebbe opportuno
provare a dar loro il giusto peso. Altrimenti, ci sono un sacco di manufatti
alieni, gemme della saggezza e procioni tamarri col mitra che possono tornare
utili alla causa del sano divertimento, senza dover scomodare chissà quali
problemi esistenziali.
GIUDIZIO SINTETICO: La Marvel funziona molto
meglio quando "si limita" a fare la Marvel.
VOTO: 6+
Ottima analisi, che condivido in pieno.
RispondiEliminaAvrebbe dovuto essere più Avengers e meno minestra riscaldata con pistolotti filosofici piazzati in punti apparentemente strategici.
Peccato.